19 giugno 2001
Il buon nome di una società...

Le lettere 'giuste': anche l’utilizzo della ‘e’ e della ‘i’ come prefisso internettiano di parole generiche non sono consigliabili. Così come l’aggiunta di pronomi quali ‘mio’, ‘tuo’ etc. Infine è caldamente sconsigliabile l’utilizzo di parole che normalmente hanno l’accento (che non può essere scritto in un browser) e di abbreviazioni.

L’unicità: molti pensano che i domini migliori se ne siano ‘andati’ (i.e. siano stati acquistati) tra il 1995 e il 1997 o per lo meno entro l’anno 2000. In parte è vero, ma bisogna intendersi su che cosa sia un ‘bel’ dominio. Certo, i domini bellezza.it, casa.it, auto.it, arredamento.it etc non sono più disponibili, ma siamo sicuri che una ditta che produce cioccolato debba chiamarsi Cioccolato Spa? Io sono sicuro del contrario. Un buon dominio deve essere facilmente rammentabile, breve, avere a che fare con il contenuto del sito e l’attività della società, ma non per forza deve coincidere con il prodotto o il servizio che è commercializzato! Se Manager.it è un ottimo dominio non altrettanto si può dire di Detergente.it... (e infatti, per quanto sia già stato acquistato, non è attualmente utilizzato da nessuno). Bisogna poi considerare il fatto che nomi generici non sono ‘difendibili’. Se fra un anno saranno autorizzati altri suffissi, chiunque potrà comprare i relativi domini, senza nessun diritto di precedenza. C'è infine da ricordare che molti fra i domini più ambiti, acquistati qualche anno fa con l'idea di guadagnare molto in seguito attraverso la loro messa all'asta, sono ora di nuovo disponibili sul mercato.

Parodia: molti pensano che copiare (solo in parte) il nome di un dominio famoso sia una buona strategia di marketing. Non c’è cosa più sbagliata, almeno per una società che abbia ambizioni serie. Yahoo è stato storpiato in decine di modi, in tutto il mondo, ma nessuno dei siti ‘emulatori’ ha mai raggiunto un successo anche pari ad un millesimo della famosa Dot.com statunitense. A prescindere dal fatto che si rischiano cause legali (cambiando o invertendo le lettere), è chiaro che una società che ‘copia’ o deforma un altro marchio non sarà mai considerata seria (e infatti questa ‘tattica’ è adottata da siti pornografici, amatoriali o regionali).

Coerenza: può sembrare in contraddizione con quanto detto sopra, ma non lo è: un dominio deve essere coerente con l’attività del sito (e della società). Se Detergente.it non è un buon dominio per una società di detersivi, nemmeno Manager.it (per quanto bello) lo è. I nomi generici devono quindi essere utilizzati con moderazione e, se utilizzati, debbono essere coerenti con l’attività svolta.

Testare: la cosa migliore da fare, prima di lanciare (ma non prima di comprare…) un dominio, sarebbe quella di farlo testare con ricerche qualitative e quantitative da un serio istituto di ricerche di mercato. Non tutto quello che piace a noi piace alla maggioranza delle persone e quando si sceglie il nome della propria società (soprattutto se Dot.com) bisogna essere il più possibile ‘democratici’… Se non si hanno le risorse economiche per fare queste analisi, è comunque conveniente testare il nome tra amici e colleghi, magari proponendo delle alternative per vedere quale riscuote il maggior successo.

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