19 luglio 2004
Nomi a dominio e tutela del marchio: il caso Armani.it

Armani.it: Giorgio Armani VS Luca Armani

La vicenda giudiziaria che vede contrapposti Luca e Giorgio Armani nelle rispettive società non è quindi ancora terminata; cercheremo di fare comunque un’analisi del ‘caso’ Armani.it, utilizzandolo come esempio di quanto può accadere, ancora oggi, a chi acquista un dominio web italiano (quindi con estensione .it).

Nel mondo del Web vigono da anni due regole cardinali per l’attribuzione dei nomi a dominio:

1) Il diritto di precedenza (first came, first served o più italicamente: chi primo arriva, meglio alloggia);

2) La tutela contro il Cybersquatting (e contro la sua versione più pericolosa e infida, il cosiddetto Typosquatting).

Diciamo che la prima regola è sempre esistita, mentre la seconda ha impiegato alcuni anni per imporsi; il caso Armani.it, come vedremo, coinvolge l’applicazione di queste due regole (scritte) e si è intrecciata con il diritto industriale (tutela dei marchi).

Nicola Grauso e il Cybersqatting

Molti lettori forse non ricorderanno nemmeno il nome di Nicola Grauso, conosciuto anche come ‘Nichi’ Grauso, uno dei pionieri dell’imprenditoria internet nostrana; chi lo conosce ricorda invece senza dubbio quanto accadde nel mese di febbraio dell’anno 2000; sino a quella data, un titolare di Partita Iva, l’amministratore di una società, poteva acquistare un solo dominio.it; anche oggi, nel 2004, le persone fisiche hanno diritto ad acquistare un solo dominio .it (mentre non esistono restrizioni sulle altre estensioni internazionali: .com, .org, .net etc.).

Nel Febbraio del 2002 questa restrizione venne a cadere e l’imprenditore sardo comprò alcune centinaia di migliaia (!) di domini internet (.it). L’intento, mai celato, di Grauso era quello di rivendere in seguito i domini acquistati.

Fin da subito si levò una bufera di polemiche contro Grauso, esplicitamente accusato di un reato che ancora si chiama, molto americanamente, Cybersquatting.

I ‘cyber squatters’ [letteralmente, squatter significa: occupante abusivo] sono coloro che cercano di sfruttare Internet acquistando domini per poi rivenderli in futuro alle società [e privati] che spendono milioni di dollari per diffondere il proprio marchio. I ‘cyber squatters’ registrano nomi a dominio che includono, o che sono interamente composti, da marchi registrati e che tentano di rivenderli ai legittimi proprietari [dei marchi].

Come è facile immaginare, fra i circa cinquecentomila domini acquistati da Grauso c’erano anche nomi di personaggi che non accettarono di buon grado questa ‘operazione’ di compravendita e che avevano gli strumenti per fare sentire il proprio dissenso. Il senatore Passigli, sottosegretario all'Innovazione del governo d’Alema, presentò rapidamente un disegno di legge per regolamentare l'assegnazione dei domini Internet. Inutile dire che Nichi Grauso aveva da poco acquistato il dominio www.stefanopassigli.it.

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