28 Dicembre 2004
I pop... intelligenti

I pop semi-automatici

Questo è un utilizzo basilare dei pop 'successivi'. E' bene però ricordare che essi possono essere utilizzati anche in una forma 'mista', ovverosia semi-automatica, con l'utilizzo dei cookie. Come? E' molto semplice. Torniamo all'esempio di poco fa: un utente si iscrive a un servizio (poniamo l'abbonamento gratuito a una newsletter); però non clicca il link ricevuto tempestivamente via e-mail e quindi non conferma con 'double opt-in' la propria iscrizione. Come fare per ricordargli di confermare l'iscrizione? Si potrebbero utilizzare le e-mail, ma il rischio è quello di non ottenere nessun effetto e di essere accusato di unsolicited e-mail. La risposta è molto semplice: attribuire a chi si è iscritto un semplice cookie che ricordi come quell'utente abbia completato il form di iscrizione ma non abbia cliccato il link ricevuto via posta elettronica; una volta che l'utente rientrerà nel sito, visualizzerà, magari dopo trenta o sessanta secondi di navigazione, un pop-up che ricorda di confermare la propria iscrizione cliccando il link inviato alla sua e-mail e inviato da uno specifico indirizzo. In questo modo, solo chi si è iscritto e non ha confermato la propria iscrizione visualizzerà questo pop di 'memorandum', mentre chi non si è mai iscritto o chi invece ha già confermato la propria iscrizione non visualizzerà alcunchè. Come vedete, in questo caso si può parlare di pop semi-automatici, perchè si aprono a prescindere da qualsiasi azione compiuta sulle pagine e i link del sito, ma allo stesso tempo si rivolgono a specifici utenti che sono individuati attraverso l'utilizzo dei cookie.

I pop automatici

I pop automatici, quelli che appaiono a prescindere da una specifica azione (tipicamente un click), sono quelli maggiormente sotto accusa dai detrattori di questo strumento di marketing. Il motivo è molto semplice: essi sono 'invasivi', non correlati con quello che l'utente sta facendo in quel momento sulle pagine del sito e quindi ritenuti fastidiosi. E’ vero, un pop automatico può essere molto fastidioso: prendiamo l'esempio dei siti per adulti; aprite un sito per adulti e quando lo chiudete si apre un pop up; chiudete il pop up e si aprono due pop up; chiudete i due pop up e se ne apre un altro e così via, fino a quando magari non si apre una pagina schermo intero che vi costringe a cliccare da qualche parte oppure a chiudere il browser. Se questo è l’utilizzo dei pop da stigmatizzare, non possiamo che essere d'accordo. Ma tra questo utilizzo 'vessatorio' e l' 'astinenza' completa da pop ci sono delle vie di mezzo che possono essere molto efficaci, poco invasive e che possono aumentare notevolmente la redditività di un sito senza contemporaneamente frustrare la navigazione dell'utente.

Il timing dei pop automatici

Mentre per i pop 'successivi' spesso è utile visualizzarli immediatamente a seguito di una determinata action, per quanto riguarda i pop automatici ci sentiamo di dissuadere un loro utilizzo 'immediato'. Un utente che arriva su una nuova pagina che cosa fa? Normalmente cerca di capire dove si trova, di che cosa tratta il sito e se il sito può essergli veramente utile. Poniamo che un utente apra una pagina e immediatamente appaia un pop-up che pubblicizza l'iscrizione alla newsletter prodotta dal sito; non vi è dubbio che il servizio potrebbe interessare l'utente, ma il timing sarebbe totalmente sbagliato. Sarebbe come se un cameriere chiedesse a un cliente se vuole un digestivo prima ancora che abbia mangiato l'antipasto; la risposta sarà, nella quasi totalità dei casi: "No!" La cosa migliore è quindi fare in modo che i pop-up appaiano solo dopo che l'utente abbia avuto il tempo di valutare la pagina, i sevizi offerti e magari si sia interessato alla possibilità di iscriversi alla newsletter. Non è facile sapere il secondo esatto in cui fare visualizzare questo pop, ma non è nemmeno così difficile; la cosa che consigliamo è fare un'analisi 'empirica' della pagina, fare un test anche su un panel molto ridotto, diciamo di una decina di persone: quanto tempo impiegano a capire l'argomento e i contenuti della pagina? Se sono dieci secondi, il timing migliore è di circa 12, 13 secondi. Un altro sistema per capire quando visualizzare dei pop automatici, è quello di verificare sul proprio pannello statistico qual è il tempo di permanenza di coloro che non vanno oltre l'home page; mettiamo che il 40% degli utenti che raggiunge la vostra pagina di ricerca non clicchi alcun link, ma esca direttamente (magari utilizzando il tasto back) e mettiamo che lo faccia dopo un tempo di permanenza medio di 8 secondi. Il consiglio è quello di inserire un pop 'di salvataggio' che cerchi si sottoporre all'attenzione dell'utente un servizio, un prodotto, un contenuto di un sito che potrebbe essere sfuggito a una semplice visualizzazione dell'home page; in questo modo una buona percentuale degli utenti saranno 'recuperati'. Un altro sistema può essere quello di fare sì che si apra un pop-up al momento della chiusura della pagina, anche se in questo caso il 'recupero' dell'utente risulta essere molto più difficile dal momento che psicologicamente il sito da cui è uscito fa già parte del 'passato'. Attraverso l'utilizzo dei cookie è poi possibile fare in modo che i pop non appaiano continuamente agli occhi del navigatore; un consiglio è quello di fare sì che il medesimo pop non appaia più di due volte nello stesso giorno. Settare queste istruzioni è molto semplice e permette di evitare che i pop suscitino un effetto di disaffezione nei confronti del sito. E’ anche consigliabile sospendere la visualizzazione del pop a quei navigatori che lo abbiano cliccato; si presuppone infatti che il messaggio sia andato a buon fine e che quindi non è più necessario insistere con un messaggio già recepito, e che non avrebbe alcuna utilità e sarebbe anzi controproducente.

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