05 novembre 2003
You've zero privacy anyway. Ma lo SPAM che cosa c'entra?

Purtroppo, contro i foreign-spammers c'è ben poco da fare. Ci sarebbe qualche possibilità se i dati risiedessero all'estero e la società risiedesse sul territorio, italiano, ma - come molti possono immaginare - è più probabile il caso contrario. Purtroppo, il problema dello spam estero è di difficilissima soluzione. Nel caso di paesi comunitari o con cui esiste possibilità di dialogo, ci sarebbe qualche possibilità di fare pressione sugli organismi di controllo dei rispettivi Stati, ma in caso di stati come la Cina, la Russia etc. come è pensabile 'fare pressione'? La cosa più grave è che quasi tutto lo spamming che ricevono gli italiani è di origine straniera (e in lingua inglese). Poniamo, per assurdo, che nessun italiano invii più una sola e-mail (anche non commerciale) ad alcun italiano. La quantità di 'posta indesiderata' nelle nostre caselle e-mail diminuirebbe solo di qualche punto percentuale; in breve, il problema non sarebbe risolto. Anzi, il problema non sarà affatto risolto.

La Tecnologia al servizio della Legge

Come anche i più distratti avranno notato, negli ultimi mesi le pubblicità di software anti-spam sta imperversando sul Web (soprattutto attraverso 'unsolicited e-mails'...). A prima vista, i primi che si avvantaggeranno del giro di vite in materia di spam saranno proprio le case produttrici di questi software. Ma non solo. Una forma lecita di intasamento delle caselle di posta viene proprio dai siti che forniscono account gratuiti. Ormai da tempo, questi provider distinguono, nell'offerta al pubblico, tra servizi 'premium' e 'standard'; ovviamente, per i servizi premium si paga un abbonamento; i vantaggi sono numerosi: maggiore spazio fisico, nessun obbligo di collegarsi periodicamente etc, ma , soprattutto, nessuna e-mail commerciale di qualche sito partner. L'esigenza di questi siti (ottenere un ricavato dal servizio offerto) è perfettamente comprensibile; il risultato però è che gli abbonati 'standard' si trovano velocemente la casella piena di e-mail che, per quanto lecite, difficilmente possono essere considerate 'richieste'. A ciò si aggiunge un problema ben più grave: i software anti-spam sono attualmente pessimi. L'etichetta di 'junk mail' è infatti affibiata anche a messaggi perfettamente regolari (spesso di amici o parenti che hanno sempre scritto alla nostra e-mail). Il rischio allora è quello del bambino e dell'acqua sporca.


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