27 settembre 2002
Usability: profitability

Le dieci regole d'oro

1) Spiegare chiaramente e semplicemente di che cosa tratta il sito. Spesso non basta un buon pay-off, uno slogan accattivante etc. Non bisogna avere paura di essere troppo didascalici, a meno che non si tratti del sito di uno dei top ten brands mondiali. Uno dei più bei siti di e-commerce della rete (www.abebooks.com) ha questo pay-off: “Finding books just got easier”. Quindi pochi non capirebbero che si tratta di un sito dove è facile trovare (e probabilmente comprare) libri. In aggiunta, in testa alla home page, campeggiano queste parole: “Accedi a un archivio di migliaia di libri usati, rari o fuori catalogo in tutto il mondo. Con oltre 10.000 venditori indipendenti e 40 milioni di libri nel nostro circuito, comprare libri difficili da trovare è diventato semplicemente più facile”. In questo breve periodo è racchiusa tutta l’essenza del sito. Chiarezza e semplicità prima di tutto.

2) Raggruppare tutte le informazioni in aree distinte. Un sito ha molte cose di cui ‘parlare’: il cosiddetto “about” o profilo aziendale, l’area clienti (nel caso di un e-commerce), l’area stampa, la policy sulla privacy, etc. Molti temono di sovraccaricare l’utente con una massa di informazioni che confondano e distraggano dal core business del sito. E’ bene sapere che invece dare tante informazioni è sempre la cosa migliore. Buona regola è quindi di scrivere tanto e bene e soprattutto di raccogliere queste informazioni in aree ben distinte, per quanto comunicanti (i.e. linkate tra loro).

3) Dritto al cuore. Allo stesso tempo, molti nuovi utenti possono non essere interessati affatto ad approfondire le informazioni che il sito offre e questo per i motivi più diversi. Un utente affezionato sa già dove ‘andare’ e cosa fare, quindi non deve essere obbligato ad attraversare delle zone ‘non operative’. Allo stesso modo, un nuovo utente del sito, ma vecchio utente di internet, può non avere bisogno di rassicurazioni, spiegazioni etc. In sostanza, bisogna far sì che il sito soddisfi sia chi ha bisogno di leggere e di approfondire prima di ‘agire’ sia chi non ne ha bisogno.

4) I link debbono essere brevi, chiari e ‘standard’. Quando un utente cerca rapidamente ciò che più lo interessa all’interno del sito, non deve essere distratto da link ‘anomali’ ovvero da link a pagine ‘classiche’ (come il form del pagamento, la pagina per richiedere informazioni etc.) attraverso parole o addirittura frasi poco diffuse. Per quanto il Web sia ancora giovanissimo rispetto ad altri media, possiamo già parlare di un glossario standard: l’immagine del carrello per l’acquisto on-line, la busta o la scritta ‘contatti’ o ‘scrivici’ per ottenere ulteriori informazioni etc. sono ormai entrati nella semantica di tutti i navigatori, anche i meno esperti. Cercare di allontanarsi da questi standard è molto rischioso e di fatto non porta nessun vantaggio, se non una fittizia originalità.

5) Deep Link=Good Link. Abbiamo detto quanto sia importante la home page per un sito. Ciò non toglie che spesso sia conveniente indicizzare direttamente le pagine interne. Anche i motori di ricerca pay per click si stanno rapidamente spostando verso questa policy, a tutto vantaggio degli utenti (che trovano facilmente quello che interessa) sia dei siti stessi. E’ stato calcolato che il 27% dei mancati acquisti (o meglio, di potenziali clienti che non diventano clienti reali) è dovuto alla difficoltà di arrivare alla pagina desiderata dalla home page.


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