05 luglio 2002
I "Biscotti" fanno male a un sito?

In ogni caso, se è vero che il ‘panico’ di qualche hanno fa è ormai scemato, è anche vero che la questione della privacy non è scomparsa: si è fatta solo più complessa. Dire che non esiste una lobby che si occupa di tracciare i nostri percorsi di navigazione, le nostre preferenze etc. non vuol dire infatti che questi cookie non possano essere utilizzati in maniera a noi poco gradita. Chris Hoofnagle, consulente giuridico per l’Electronic Privacy Information Center (EPIC), ha dichiarato che i cookie non sono un problema “in sé”.

"C’è stata confusione a riguardo della questione della privacy in relazione all’utilizzo di cookie; i cookie non sono ‘cattivi’ in sé. Essi rappresentano semplicemente un’altra tecnologia, che può essere utilizzata per scopi onorevoli o disdicevoli".

Quest’affermazione è fin troppo preoccupante. Di fatto, non abilitare i cookie sul proprio browser sarebbe come non utilizzare la carta di credito perché ‘qualcuno’ può sapere dove siamo stati e quando, quanto abbiamo speso, e risalire quindi anche a quanto danaro possediamo. Ma il fatto che una cosa sia possibile non vuol dire che sia reale. Chi controlla effettivamente tutti i nostri movimenti di carte di credito (che non sia la banca)? Come vengono utilizzati questi dati? Inoltre, c’è anche un’altra questione. Se non si ha nulla da nascondere, perché temere che rimanga traccia della navigazione di un sito sul nostro PC? Non abilitare l’uso dei cookie sarebbe come non telefonare perché qualcuno potrebbe intercettare le nostre telefonate. In molti possono sapere quello che diciamo al telefono (polizia, magistratura, dipendenti della società telefonica, esperti di comunicazione etc.), ma sarebbe di certo poco intelligente rinunciare al telefono per le nostre vita quotidiana solo per questa possibilità.

L’altro lato della privacy

Molti navigatori vedono la propria privacy come un territorio inviolabile da difendere con tutti i mezzi. Senza dubbio hanno ragione. Però spesso si confonde tra privacy e targhettizzazione pubblicitaria. Se qualcuno non autorizzato sa che amo visitare un certo tipo di siti piuttosto che un altro, senza dubbio possiamo dire che sto subendo una violazione della privacy.

Ma se invece di visualizzare un banner di un sito di cosmetici visualizzo un banner di articoli per fumatori, non posso certo dire che la mia privacy sia stata violata. Molte agenzie pubblicitarie utilizzano i cookie per clusterizzare gli utenti. Questo sistema è senza dubbio un vantaggio anche per l’utente e non solo per il sito che fa pubblicità (e per l’agenzia pubblicitaria).

Come abilitare e disabilitare i cookies

Infine, diamo qui delle informazioni tecniche e operative sull’abilitazione/disabilitazione dei cookie, riferite ai software di navigazione più diffusi sul mercato.

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