16 settembre 2005
Un 'porn marketer' è più bravo di Nielsen?

Il domain marketing. La base del web marketing

Cominciamo con il 'domain market'; i leader dell'industria pornografica offline (ma non solo) capirono ben presto che Internet avrebbe rappresentato una parte importantissima della loro attività. La medesima lungimiranza (termine addirittura eccessivo) non l'ebbero moltissime società (anche fra le top 1000 mondiali) di settori 'standard' che, infatti, dovettero a breve pagare forti somme a dei giovani o meno giovani navigatori che avevano occupato i domini internet disponibili (come Cocacola per esempio). Famoso in Italia il caso di Armani.it, che si fece precedere dal responsabile di un timbrificio del Nordest. La querelle fra la Armani S.p.a. (quella di Giorgio Armani, per intenderci) e il timbrificio durò parecchi anni, con una resa finale da parte del timbrificio che aveva senza dubbio delle buone ragioni ma non la stessa forza economica della famosa griffe.
L'acquisto di un dominio internet (del giusto dominio internet o del 'proprio' dominio internet) è infatti una parte fondamentale del webmarketing e, di pari importanza con altri settori del webmarketing, il domain marketing è senza dubbio ancora il più sottovalutato. Agli albori dell'internet 'commerciale' (parliamo di poco più di dieci anni fa), i 'pornografi' furono in assoluto i più 'smart' ed è sufficiente controllare le date di acquisto di alcuni domini di tipiche parole o combinazioni di parole erotiche per verificare che il mondo dell'erotismo e della pornografia fu il primo a 'investire' in "domain marketing". Ricordo che in Italia, quando anche le ditte potevano acquistare un solo dominio .it, molti del settore per adulti (parlo della seconda metà degli anni'90) creavano società ad hoc per acquistare dei domini, questo a riprova di quanto, anche in un paese arretrato come l'Italia, i 'porn marketer' fossero molto meno miopi di big corporation che, occupati da media 'tradizionali', si lasciavano 'soffiare' i 'propri' domini da ragazzi svegli, nerd o da personaggi come il famoso (e un po’ famigerato) Nicki Grauso. Uscendo dai confini italiani, possiamo anche ricordare il successo che ebbe Kremer acquistando un dominio delle tre lettere più famose al mondo (Sex.com) e il problema che sorse quando un certo Cohen glielo soffiò con l'inganno (la giustizia restituirà il dominio al legittimo proprietario solo dopo alcuni anni e adesso su Cohen pende una taglia di 50.000 dollari).

I motori di ricerca e un utilizzo 'spregiudicato' delle TAG

Chi ha cominciato a ricercare traffico dai motori di ricerca per i propri siti in questi ultimi tempi forse non ha idea dell'importanza che avevano certi tag html alla fine degli anni'90, quando - per intendersi - il motore dominante (quello usato da tutti) era Altavista e per essere indicizzati su Altavista (et similia) e apparire nei primi posti dei risultati di ricerca (ciò che veramente conta) era necessario inserire nelle pagine HTML i tag della descrizione e delle parole-chiave nella maniera migliore possibile. Quando molti dei "webmaster" dei siti 'standard' non sapevano nemmeno che cosa fossero le tag, quelli di siti per adulti erano già molto esperti; tanto esperti che cominciarono a inserire nell'HTML di siti pornografici delle Tag che nulla avevano a che fare con il contenuto reale del sito; tipico il caso di tag riguardanti cartoni animati oppure gruppi musicali, che venivano inserite nei siti per adulti di modo da indicizzarsi bene sui motori di ricerca, nella speranza (raramente delusa) che anche se i 'searcher' non avessero trovato il sito desiderato, si sarebbero però fermati a dare un'occhiata ai siti hard. Come è noto a molti, le tag delle descrizioni e delle keyword oggi contano molto molto meno (nulla o quasi su alcuni motori come Google) e certamente questo è in parte stato un bene per l'industria dei search engine e per il web in generale, dal momento che gli R&D dei motori di ricerca hanno dovuto compiere sforzi sempre più grandi per riuscire a evitare il 'fooling' di questi webmaster. Trattasi quindi di una 'felix culpa' e certamente non possiamo dire che i webmaster di siti pornografici abbiano intenzionalmente migliorato la qualità delle SERP (Search Engine Results Pages), ma è altrettanto vero che essi sono stati i primi a comprendere non solo il funzionamento intimo dei motori di ricerca, ma anche la loro importanza imprescindibile per qualsiasi online adv.

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