27 luglio 2004
Sex.com: come perdere un dominio da milioni di dollari

Chi ha la fortuna di ricordarsi il primo giorno in cui si è collegato al World Wide Web non dimenticherà probabilmente di avere cercato, su un motore di ricerca, o direttamente nella barra degli indirizzi del browser, la ‘mitica’ parola che si cercava da piccoli sul vocabolario di casa: ‘sesso’.

Lo stesso è accaduto e accade ogni giorno in U.s.a., ma con una parola più breve: sex.

Per questo semplice motivo, il dominio sex.com è uno dei più popolari in U.S.A e nei paesi anglosassoni, mantenendo comunque un alto ‘gradimento’ anche n tutti i Paesi in cui la lingua inglese è mediamente diffusa.

E’ bene inoltre sapere che per un dominio come Sex.com questa popolarità vale il doppio; infatti, per i siti pornografici, il traffico di beginners, di chi ancora non conosce i meccanismi di navigazione di Internet, può essere il migliore, ovverosia quello che può trasformarsi rapidamente e probabilmente in profitti e questo per un motivo molto semplice: molti neofiti del Web non sanno quali sono i sistemi d pagamento telematico, non sanno quali saranno gli eventuali problemi per chi si iscrive a un servizio con carta di credito (difficoltà a disiscriversi dal servizio).

Mr Kremen e Mr. Cohen

Nel 1994, sei anni prima che Internet facesse scoppiare la più grande bolla borsistica degli ultimi secoli, un certo Mr. Kremen, con mente lungimirante, registrava il dominio www.sex.com, forse per scherzo, forse prospettando ricchi guadagni futuri. Fin qui nulla di strano; solo una persona che, come tante, coglie un’occasione a molti rimasta oscura. Il caso del dominio Sex.com, che è anche il motivo per cui nasce questo articolo di Web Maketing News, è che – pochi mesi dopo – un certo Mr. Cohen richiedeva alla società che aveva gestito le pratiche di registrazione del dominio per Mr. Kremen, il trasferimento in proprio favore del dominio Sex.com. Niente di strano, succede ogni giorno migliaia di volte in tutto il mondo; lo strano era che Mr. Kremen non aveva autorizzato nessun trasferimento del dominio in oggetto in favore di Mr. Cohen; ma la cosa ancora più strana è che Network Solutions acconsentì al trasferimento di Sex.com; come è potuto accadere tutto questo? Come è potuto accadere nel Paese dove Internet è nata e per un dominio che a nessuno poteva sfuggire avere un valore economico rilevantissimo?

La nostra società non dispone di linea internet...

Stephen Cohen sottrasse il dominio a Gary Kremen semplicemente inviando una lettera a Network Solutions con una firma falsa. Cohen affermò di essere stato autorizzato da Kramen e utilizzò una lettera di una inesistente manager della società di Kremen, una certa Sharon Dimmick. La lettera era indirizzata a Stephen Cohen e recitava queste – poco credibili - parole: “Dal momento che non abbiamo un collegamento a Internet, vi chiediamo che siate voi a procedere con le pratiche per il passaggio di proprietà del dominio; noi non abbiamo alcun problema a concedervi il dominio Sex.com e questa lettera deve essere considerata come lettera di autorizzazione per trasferire suddetto dominio alla vostra società”. In sostanza, come se io mi presentassi in banca dicendo che Mr. Rossi, che non può uscire di casa perché febbricitante, mi autorizza a fare un giroconto di tutti i suoi soldi sul mio conto corrente, portando – come ‘prova’ – una lettera scritta dalla moglie, peraltro inesistente, del signor Rossi.


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